Antonello ANGELERI: L'ATTACCO DEL GOVERNO AL CUORE DEL FEDERALISMO E DEL MOTORE DELL'ECONOMIA

Cons. Regionale Antonello ANGELERI
Quella che stiamo affrontando in questi mesi è una vera e propria guerra. Una guerra messa in atto da un Governo centralista e burocrate, non legittimato da un voto libero e democratico, che ha prima tagliato ogni speranza all’impresa, piccola e media, vero motore dell’economia dei nostri territori e poi ha indirizzato il colpo direttamente al cuore del federalismo, tentando di cancellare le Regioni.
Il primo passo è stato fatto con l’intollerabile pressione fiscale a cui è stato sottoposto il Paese, pressione che sarà ulteriormente aumentata con il decreto sulla stabilità e le assurde norme sull’iva, che ha avuto riflessi ancora più pesanti nelle regioni, come la nostra, in cui il tessuto produttivo era più folto. Siamo arrivati a limiti intollerabili. La Nazione, e di conseguenza anche la nostra regione, possiede il più alto tasso di pressione fiscale sulle imprese, calcolato in percentuale sui profitti, d’Europa. Un tasso che non ha eguali in paesi Extra Ue. Siamo al 68,6%! Circa 24 punti più in alto della media dell’europea, e di 20,5 punti più in alto rispetto alla Germania. Rispetto al Canada, per fare un altro esempio, abbiamo una pressione fiscale maggiore del 34,5 per cento. Cifre che mettono l’Italia del tutto al di fuori di ogni possibilità commerciale. E che spiegano molto bene la drammaticità degli effetti sulle aziende della tassazione, con le conseguenze che si possono immaginare in termini di competitività, occupazione, produttività e costo del lavoro. In altre nazioni, come la giovane Estonia, una significativa diminuzione della pressione fiscale ha generato grandi margini di ripresa. Permettendo al mercato di riprendere un trend positivo sconosciuto da anni. E’ chiaro dunque come un’azione sulla pressione fiscale, che la nostra Regione sta promuovendo ed è stata lanciata dagli Stati Generali del Nord, potrà avere grandi benefici per un rilancio del territorio. A Partire da Fiat fino a tutte le altre aziende.
E veniamo all’attacco diretto al federalismo. Il decreto smonta regioni messo a punto dal governo guidato da Mario Monti non è una sorpresa rispetto a un disegno chiarissimo, il cui obbiettivo è sfilare le deleghe alle Regioni per demolire il principio federalista della sussidiarietà che sta alla base dell’esistenza delle stesse istituzioni regionali, attaccando e cancellando i dettami del titolo V della Costituzione.
Il punto che è difficile far passare alla grande massa è che in questo momento l’azione di protesta che proviene dai politici dei territori non è la difesa dello strapuntino, dei privilegi. Ma è la risposta a un vero golpe politico freddamente calcolato. Siamo solo al secondo capitolo di un libro scritto da Monti, da Patroni Griffi e dagli altri ministri, per stravolgere il principio democratico della rappresentatività del popolo. Un attacco necessariamente diretto alle Regioni che sono state l’ultima istituzione di questo paese eletta con un voto.
Oggi si vuole mandare in fumo l’idea dei padri della Costituzione, confermata dai valori fondanti anche dell’Europa anti comunista e messi in atto a partire dal trattato di Maastricht, sviluppati attorno al principio di sussidiarietà che si oppone al centralismo, al potere burocrate. Giustissima è l’azione a contrasto degli sprechi, per la riduzione dei costi della politica, per la censura di chi si è comportato in modo ignobile. Giustissimo è il taglio dei costi del Consiglio regionale che questa Regione da anni, da quando si è insediata, ha intrapreso senza remore. Altra cosa, invece, è la deliberata, scientifica, programmata distruzione dell’istituzione democratica delle Regioni e lo scippo del diritto di rappresentatività democratica del popolo. Un gioco subdolo al quale un politico che ancora intende come suo obbiettivo l’unico interesse del popolo non può e non potrà mai sottostare
                                                                                         Antonello ANGELERI